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Aborto tardivo: come superare il Lutto

aborto tardivoOggi giorno, la percentuale di aborti spontanei è veramente altissima. Le cause sono varie e spesso non sono neanche note. L’aborto può avvenire a causa di problemi relativi alla madre, al feto o addirittura alla placenta.

Queste non sono che alcune delle infinite ipotesi e cause degli aborti.

Per ogni donna, il momento del parto è uno dei più significativi della vita perché si passa ad una nuova fase e, dunque, ad una nuova vita: finisce l’era del divertimento e delle cenette romantiche e si passa a quella dei pannolini e delle notti insonne. Il sogno di diventare madri, però, svanisce nel momento in cui avviene il tanto temuto aborto tardivo.

Cos’è l’aborto tardivo?

L’aborto tardivo rappresenta il momento in cui la gravidanza si interrompe spontaneamente ed è considerato tale quando avviene tra la 14 e la 22 settimana. Come abbiamo già detto, questa tipologia di aborto è la più rara e la più dura da superare.

Nessuna mamma, entro le settimane di gravidanza riportate sopra, immagina che quello che sta aspettando sarà in realtà un bambino morto. La mamma conosce già il sesso del bambino, gli ha già arredato la stanza, è già pronto il corredino, insomma la sua vita è per lui/lei.

Possiamo solo immaginare lo shock al quale si va incontro quando non verrà dato alla luce un bebè, ma un corpicino morto.

Quali sono le cause?

Le cause, come abbiamo già detto, in questo caso non sono note. Esistono però diverse ipotesi a riguardo. Si ipotizza, infatti, che l’aborto possa derivare da problemi legati alla salute della donna, come malattie, diabete o addirittura ipertensione.

Ma non solo. Si ipotizza anche che il problema possa provenire dal bambino che è stato infetto o anche da qualche anomalia della placenta o del cordone ombelicale.

Cosa fare?

In questi casi, è necessario che il feto venga partorito. La donna viene, dunque, indotta al travaglio e costretta a partorire un feto morto. E’ un momento infernale per la donna, tant’è che la maggior parte di queste decide di non vedere neppure il bambino morto in modo da continuare a mantenere viva l’immaginazione del piccolo e dell’aspetto che avrebbe potuto avere.

Questa è, forse, la cosa più saggia da fare per ridurre il trauma che, già di per sé, è grande. Naturalmente però si tratta di qualcosa di soggettivo: per alcune coppie potrebbe essere utile vedere il corpicino del piccolo proprio per elaborare il lutto e poter vivere così senza alcun senso di colpa.

Come prevenire?

Per fare in modo che la situazione non si ripeta più, è necessario che venga effettuata un’autopsia sul feto. Soltanto in questo modo potrà venire fuori la verità e capire da dove provengano i problemi che hanno causato questo aborto. Per evitare episodi simili in futuro, inoltre, si consiglia di effettuare dei test specifici che verranno consigliati dal proprio medico.

Come elaborare il lutto?

Ogni mamma, dopo aver passato almeno 22 settimane di gravidanza, sogna di ritornare a casa con il proprio marito ed il proprio figlio. Quando si partorisce un bambino morto e si ritorna a casa a mani vuote, il senso di vuoto che si prova è veramente grande. Come si dice: ” Non solo il danno, ma anche la beffa “.

La maggior parte delle donne in queste situazioni finge che non sia successo niente e cerca di continuare a vivere normalmente. Questo non risulta, secondo noi, essere il rimedio migliore. Il senso di vuoto non si è riempito ed è come se si vivesse in un mondo fatto di fantasie, dove niente è reale se non quello che si ha dentro e che solo chi ha vissuto quel dolore conosce.

Care mamme, non fatelo. Affidatevi, anzi, alle cure di uno psicologo. Attraverso le varie sedute, vedrete che l’esperto vi aiuterà ad accettare gradualmente l’accaduto e a prepararvi, perché no, anche ad una futura gravidanza. Se non volete andare da uno psicologo, scrivete, parlatene con qualcuno di fiducia: non è importante la persona con cui parlerete, ma esternare le vostre sensazioni e i vostri pensieri.

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2 commenti

  1. Ciao!
    In questo articolo ci sono alcuni errori che sarebbe meglio correggere.
    L’aborto tardivo è classificato tra le 14 e le 22 settimane, non dopo le 21.
    Dopo le 22 settimane, o se il feto pesa più di 500 gr, si parla di morte in utero. E’ piuttosto diverso soprattutto psicologicamente.
    La causa non sempre si riesce a trovare. Può essere dovuta a cause materne, cause fetali o cause placentari. Tuttavia a volte l’autopsia (del feto e della placenta) e le analisi riescono a chiarire la situazione. E’ comunque importante effettuare dei controlli per eventuali future gravidanze.
    Inoltre, per molti genitori (madre E padre) è importante vedere il corpicino del bambino, aiuta ad elaborare il lutto. E’ comunque una scelta personale e non bisognerebbe affermare cosa è meglio fare, ogni coppia di genitori dovrebbe avere la libertà di scegliere senza sensi di colpa.
    Chi è l’autore di questo articolo? Credo che sarebbe meglio, con questi argomenti, sottoporre il testo a un medico (meglio se ginecologo) per correzioni prima della pubblicazione on-line, nonché fornire una bibliografia di riferimento.
    Buona giornata

    • Andreana Scarpati

      Salve Margherita,
      grazie per il commento. Premetto che non sono né un medico, né uno psicologo, sono semplicemente una persona che ha la passione per la scrittura. Nel suo commento ci sono alcune imprecisioni:
      – Innanzitutto ho spiegato, come ha detto lei, che le cause dell’aborto tardivo possono dipendere sia dalla madre, sia dal feto che dall’utero stesso per cui ritengo la sua precisazione completamente inutile. Lo stesso vale per i controlli che devono essere effettuati successivamente onde evitare che la disgrazia si ripresenti in futuro.
      – Per quanto riguarda, invece, quello che dovrebbero fare i genitori, è naturale che nell’articolo ho scritto quello che farei io al loro posto, che poi alla fine è quello che alcuni psicologi consigliano (basta fare un giro sul web). Ci sta quello che ha detto lei, ma ci sta solo perché è un pensiero suo e perché realmente a qualcuno potrebbe essere d’aiuto comportarsi così. Ognuno la pensa come vuole.
      L’unica modifica che ho apportato all’articolo, come vede, è la forbice entro la quale l’aborto tardivo si presenta, errore per il quale mi scuso con tutti i lettori.
      Grazie comunque per le dritte! Buona serata.

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