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5 cose da sapere sulla depressione post-parto

depressione dopo il partoSembra incredibile, soprattutto adesso, che durante la gravidanza ti senti carica di gioia e di amore per il tuo bambino.

Tuttavia la depressione post-parto colpisce ogni anno oltre un milione di donne in Europa ogni anno.

Numeri incredibili, contro i quali non dobbiamo però piegarci con rassegnazione, ma contro i quali possiamo combattere, conoscendo l’origine e gli effetti di questo male.

Oggi vi proponiamo 5 cose da sapere sulla depressione post-parto, per prevenirla e, speriamo di no, per combatterla nel caso in cui si dovesse presentare.

1. Quando si presenta?

I sintomi in genere cominciano entro tre mesi dal parto, anche se è possibile che si presenti in qualunque momento entro il primo anno dal parto.

2. Come ci si sente durante la depressione post-parto?

I sintomi sono dei più vari. Quello più comune è quello di sentirsi disconnesse dal bambino. Nebbia mentale, disorientamento e confusione. Sono questi quelli più comuni. Se dovessi sentirti così, forse è il momento di rivolgersi ad uno specialista. Ma non è ancora il momento. Continua a leggere, ci torneremo più tardi.

3. Chi è a rischio?

Le donne che hanno una storia personale o familiare di depressione o di disordini del comportamento sono tra quelle più a rischio. Un altro campanello d’allarme è quello dei cambi d’umore durante il ciclo mestruale.

Se siete di quelle che diventano intrattabili durante quei giorni, siete a rischio. La depressione post-parto, non vogliamo spaventarvi, potrebbe calare la sua orribile scure anche su di voi.

4. Come si combatte?

In genere con un mix di anti-depressivi e di terapia psichiatrica. Si tratta di un processo graduale, che però comincia a dare i suoi frutti entro tre o quattro mesi. Vi sentirete subito meglio, quindi cercare aiuto non è un segno di debolezza, ma il primo passo per tornare a sentirsi bene.

5. Dove cercare aiuto?

Se pensate di essere a rischio depressione post-parto, contattate uno specialista della vostra città. Si tratta di un problema estremamente comune, sul cui trattamento si sono specializzate intere generazione di psicologi e psichiatri.

Nel nostro paese, al contrario di quanto avviene negli Stati Uniti, non è ancora attiva una linea di supporto presso il Ministero della Sanità. Le richieste ci sono, speriamo che la salute pubblica, una volta tanto, ci ascolti.

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