L’aborto spontaneo è uno dei possibili esiti negativi di una gravidanza, esito che ha delle peculiarità, delle cause e dei sintomi che contraddistinguono questo tipo di problematica.
L’aborto spontaneo è relativamente comune ed è una delle più frequenti modalità con la quale si interrompe, spontaneamente, una gravidanza.
Vediamo insieme quali sono le cause, i sintomi e le terapie collegate a questo tipo di problematica.
Di cosa si tratta?
Si può parlare di aborto interno quando, nonostante il feto sia ormai non più vitale, questo non viene espulso dall’utero, ma rimane al suo interno per un periodo piuttosto lungo.
Gli esiti di un aborto interno prevedono innanzitutto un’involuzione della vitalità del feto, che poi potrebbe anche mummificarsi. L’aborto interno ha come caratteristica principale proprio questa: il feto rimane all’interno e deve essere espulso con l’aiuto di espedienti meccanici.
Quali sono i sintomi?
I sintomi dell’aborto interno sono piuttosto variegati e non esattamente facili da riconoscere. In genere:
- Ci sono state delle minacce d’aborto, che magari sono rientrate lasciando pensare alla gestante che tutto sia tornato in ordine;
- L’addome smette di crescere, indicando appunto l’interruzione della gravidanza;
- E’ possibile che ci siano delle perdite scure vaginali di lieve entità;
- I sintomi della gravidanza spariscono, anche se piuttosto lentamente;
- Nel caso in cui si sia superato il quinto mese, potrebbe avere luogo una montata lattea importante, sicuramente evidente e facile da riconoscere.
In presenza di uno o più di questi sintomi, potrebbe trattarsi proprio di un aborto interno.
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi avviene in due visite, separate almeno da 3–4 settimane, fatte da un ginecologo. La visita serve ad attestare l’arresto dello sviluppo e dell’evoluzione gestazionale dell’utero.
Anche il test di gravidanza, che nel caso di aborto interno risulterà negativo, è uno strumento diagnostico piuttosto accurato per indicare l’arresto della gestazione.
In aggiunta anche un monitoramento del battito cardiaco fetale, se ripetuto a distanza di qualche giorno, può aiutare ad individuare la presenza di un feto ormai non più vitale all’interno dell’utero.
Terapie per l’aborto interno
Purtroppo non c’è altra terapia che lo svuotamento dell’utero, attraverso la dilatazione del canale cervicale. La terapia avviene in ospedale e dura pochi minuti: può essere anche disposto il ricovero della gestante per uno o due giorni.