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Andare in palestra in gravidanza: sì o no

L’argomento rappresenta uno dei dibattiti più accesi nell’ambito della gravidanza e della sua “gestione”, a pari merito con la possibilità o meno di magiare prosciutto crudo…

Credenze antiche, cattiva informazione e poco buonsenso possono rendere uno dei periodi più magici di una donna un vero e proprio incubo, fatto di divieti, privazioni ed esclusioni.

Spesso si dimentica che la donna in stato interessante non ha una malattia, può quindi vivere tranquillamente la sua vita in serenità usando equilibrio e assennatezza.

Perché fare attività fisica in gravidanza

Oltre a notevoli vantaggi da un punto di vista dell’umore, grazie alle care endorfine la cui produzione è stimolata proprio dall’esercizio fisico, andare in palestra durante il periodo della gestazione apporta un cospicuo numero di altri vantaggi per la futura mamma:

  • Riduce il rischio di fastidi alla schiena;
  • Aumenta il senso di energia;
  • Attenua il rischio di gonfiore alle gambe;
  • Limita l’aumento di peso;
  • Favorisce un parto più rapido e meno doloroso;
  • Favorisce una più veloce e agevole ripresa;
  • Aiuta a tenere in salute anche il sistema immunitario.

Sì alla palestra in gravidanza, con criterio

L’attività fisica compiuta in palestra, quindi, non ha effetti collaterali, ma anzi può rappresentare una vera fonte di benessere per le future mamme se vengono rispettate delle semplici e sagge considerazioni:

  1. Interpellare sempre il ginecologo: prima di intraprendere una qualunque attività fisica quando si ha una nuova vita in grembo, è doveroso sottoporsi ad un controllo ginecologico per escludere, per esempio, la presenza della placenta previa (situata cioè davanti al collo dell’utero e che può causare problemi);
  2. Affidarsi ad un istruttore che pianificherà la giusta attività rendendola proficua ma anche sicura: prevedrà riscaldamento prima di cominciare, ridefinirà alcuni esercizi (come quello di sollevamento pesi), controllerà la respirazione e terrà sotto controllo il battito cardiaco della futura mamma;
  3. Non cercare di ottenere lo stesso risultato: a molte donne pesa l’idea di essere meno efficienti di quanto fossero prima della gravidanza. Bisogna ricordare che questo è un periodo destinato a concludersi, e accettare l’idea di non dover pensare solo per se stessi, ma anche per la vita che presto verrà al mondo.

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