Sono sempre più i casi di coppie che fanno figli, pur non essendo sposate. I motivi di questa scelta sono diversi.
C’è chi non si sposa perchè non se la sente di fare un passo così importante, chi si ritrova da solo dopo la nascita del neonato e chi magari non l’ha fatto, privilegiando quello in Comune.
Come dobbiamo comportarci se volessimo però battezzare il nostro piccolo, nonostante tutto? Vediamolo insieme.
Cosa fare?
Non si infrange nessun codice della Chiesa se in queste situazioni viene concesso il battesimo. Quanto detto è evidente nel can.868 che afferma che per rendere legittimo un battesimo bisogna non solo che almeno uno dei due genitori sia consenziente, ma anche che sia presente almeno una minima speranza che, crescendo, il bambino possa essere educato secondo gli ordini religiosi della Chiesa.
L’ausilio dei padrini e delle madrine
Donare l’educazione religiosa è compito dei genitori. Sono loro a dover indirizzare i propri figli verso il percorso cristiano. Se non c’è alcun impegno nel raggiungimento di quest’impresa da parte dei genitori, il compito deve gravare sul padrino e la madrina del neonato.
Si può negare il battesimo a questi bambini?
Facendo sempre riferimento al can. 868, il battesimo può essere negato soltanto nel momento in cui nè i genitori, nè i relativi padrino e madrina si vogliano impegnare ad educare il bambino secondo la dottrina cattolica. Solo in questo caso il battesimo può essere differito, spiegandone la causa ai genitori.
Sta solo al parroco capire il valore che le persone intendono attribuire al Sacramento e ritenersi responsabile delle sue scelte.
La colpa dei genitori non è quella di non essere sposati, ma quella di non riuscire a garantire al parroco un impegno serio e costante circa l’educazione cattolica dei loro figli.