Possiamo parlare di capezzolo introflesso quando il capezzolo, anche se irrigidito, tende a rimanere comunque rivolto verso l’interno.
Questo tipo di problema può sicuramente rendere difficoltoso, se non impossibile, l’allattamento, ed è per questo motivo che sono state inventate, nel tempo, strumentazioni e tecniche che permettano di ovviare a questo problema. Vediamo insieme come fare.
I problemi
Quando il capezzolo è introflesso, ci sono problemi e difficoltà per il nostro bambino che potrebbe non riuscire a fare presa, con la bocca, al seno.
Si tratta di un problema piuttosto comune, che negli anni è stato risolto sia con strumentazioni fisiche (con piccoli dispositivi, per intenderci) sia con tecniche di manipolazione.
Vediamo insieme come fare.
I modellatori
Esistono dei modellatori in plastica che riescono a far uscire il capezzolo verso l’interno. Si tratta di piccoli dispositivi che si possono acquistare in qualunque farmacia e che devono essere indossati per circa 30 minuti prima dell’allattamento stesso. Funzionano, per i casi di introflessione meno gravi.
L’aiuto della siringa
Una siringa può essere di grande aiuto. Prendiamone una, tagliamo la parte con l’ago completamente e inseriamo lo stantuffo al contrario. Applichiamola sul capezzolo ed esercitiamo pressione verso l’esterno. La pressione dovrebbe essere sufficiente a far venire fuori il capezzolo e a permettere dunque l’allattamento.
Tecnica di Hoffman
La tecnica di Hoffman è una delle più conosciute e può essere utilizzata anche per l’allattamento. Prendiamo il nostro capezzolo tra pollice e indice, ruotiamolo a destra e a sinistra, fino a quando, raggiunto il turgore, rimarrà verso l’esterno.
L’aiuto del medico
Nel caso in cui le tecniche sopra descritte dovessero comunque rendere difficile l’allattamento, il nostro medico potrà aiutarci, con strumentazione specifica o con tettarelle speciali ad avere una possibilità di allattamento del nostro piccolo a dispetto della presenza di capezzolo introverso.
La soluzione c’è, basta tentare.