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Carne rossa e ormoni: c’è pericolo per i bambini?

carne rossa e ormoniNegli allevamenti di bovini e suini spesso vengono utilizzati alcuni prodotti sugli animali.

Non tutte le carni che si comprano contengono questi ormoni, che se vengono consumati spesso possono creare problemi ai bambini.

I prodotti somministrati

Generalmente vengono usati antibiotici per curare gli animali e in alcuni casi vengono introdotti beta-stimolanti, per favorire la crescita muscolare dell’animale e a volte anche il cortisone.

Il cortisone veniva dato insieme agli anabolizzanti per stimolare la fame e invogliare il bovino a nutrirsi.

Gli anabolizzanti sono vietati dall’Unione Europea, mentre negli Stati Uniti l’uso di questo prodotto è consentito, soprattutto per stare al passo con la forte richiesta dei consumatori di prodotti di origine animale.

Il controllo

Come già detto la Comunità Europea vieta l’uso di queste sostanze, ma sono stati ritrovati ugualmente campioni contenenti residui di anabolizzanti, che sono utilizzati dagli allevatori con lo scopo di far aumentare rapidamente la muscolatura dell’animale e rendere la carne più tenera.

Le ricerche in questo settore sono in continuo sviluppo, ad esempio l’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta sta operando per mettere a punto nuovi metodi d’analisi degli animali al fine di colmare le carenze dei controlli che non riescono a rilevare la presenza degli anabolizzanti.

Eventuali problematiche e precauzioni

L’ingestione di alimenti trattati con ormoni può accelerare la crescita ossea e fisiologica e causare problematiche ormonali, come ad esempio la telarca precoce e pubarca.

Per evitare di incorrere in queste tristi conseguenze basta prendere le dovute precauzioni:

  • Consumare carne non più di due volte alla settimana, cercando di alternare la carne rossa con la carne bianca. Cercare di non far diventare la carne un prodotto di consumo quotidiano, ma saltuario
  • Acquistare prodotti di qualità, cercando di affidarsi a prodotti provenienti da allevamenti biologici
  • Avere un macellaio di riferimento, che si rifornisca dai piccoli allevamenti locali e non dalla grande distribuzione.

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