Educare i nostri bambini ad un rapporto sano e corretto nei confronti del cibo è uno dei compiti più difficili che un genitore si trova ad affrontare nel mondo moderno. Un tempo non era così. I
l cibo era scarso, e forse più naturale, e un po’ per necessità, un po’ per ignoranza, l’educazione ad una corretta alimentazione non era la prima preoccupazione dei genitori di allora.
Le cose, te ne sarai accorta anche tu in quanto mamma, sono cambiate, e proteggere ed insegnare in un mondo dove snack, merendine, ritrovati industriali e cibi poco sani bombardano i nostri piccoli da ogni angolo sembra impossibile, ma non lo è.
Le linee guida per un corretto approccio
Quello che bisogna evitare è di posizionare la nostra linea di comportamento su un estremo o sull’altro. Essere troppo lassiste o troppo severe non è l’approccio giusto per educare i nostri piccoli ad un rapporto sano e naturale con il cibo.
E’ importante riconoscere la loro autonomia di persone e la loro capacità di scegliere ciò che è meglio per loro se giustamente indirizzati.
I limiti di un approccio troppo severo
Un approccio troppo severo, non solo nei modi ma anche nelle regole, ha l’effetto di deprimere la capacità di giudizio del bambino. Non c’è bisogno di agire da legislatore, giudice e poliziotto allo stesso tempo. Quello che è invece positivo è condividere regole e aiutare il bambino a sviluppare un comportamento corretto, senza che abbia bisogno di guardie.
Nel caso in cui comunque riusciate ad imporre la vostra autorità, una volta che questa verrà meno (potreste trovarvi al lavoro), il bambino si comporterà come se le regole che tanto hanno funzionato mentre eravate lì a controllare non esistano.
I limiti di un approccio troppo lassista
Il laissez-faire è una filosofia che va bene con adulti già caratterialmente formati, e non con bambini che necessitino di una guida. Una mamma moderna, seppur non agirà come un cerbero, non si potrà neanche permettere al bambino di fare tutto quello che vuole.
Il bambino si muoverà, in assenza di regole, seguendo i suoi istinti più basilari, ingerendo di tutto e di più senza alcun tipo di scelta consapevole.
Educare ad ascoltare il corpo
Quello che invece possiamo fare, evitando gli eccessi descritti sopra, è di insegnare il bambino ad ascoltare attentamente il suo corpo. Il nostro corpo ci manda di continuo messaggi sulla sazietà, sulla necessità di particolari alimenti e sulla necessità stessa di alimentarsi.
– Incoraggiate il vostro bimbo ad imparare ad ascoltare i messaggi del corpo: il grosso del resto verrà da se.
– Critiche e spauracchi? No Grazie: lo spauracchio di diventare come le persone grasse che incontriamo in strada non serve. Il bambino non deve detestare gli obesi e neanche evitare di diventarlo per non essere preso in giro. L’obesità è una malattia e non un difetto estetico.
– No emotività: il cibo non è buono, non è cattivo, è necessario. Per questo motivo evitate di attribuire malvagità o bontà a determinati alimenti. L’alimentazione non è un videogioco, ma un presidio di salute.
– Si alla varietà: la varietà nel cibo aiuterà il bambino a sviluppare un approccio complesso con il cibo, evitandogli il danno di ricorrere a cibi preconfezionati, che per una persona educata alla buona alimentazione risultano per forza di cose immangiabili. I pasti pronti sono comodi, ma sono anche una risposta decisamente pigra alla necessità di alimentarsi. Pigrizia che sarà da modello per i nostri bambini, che saranno adulti peggiori a causa del cattivo modello che gli forniremo.
– Predica bene e razzola bene: siete il primo esempio per i vostri bambini. Datevi anche voi qualche regola, per essere modello e non polizia del vostro bambino.
– Rendere il pasto concentrato sul cibo: niente TV, giornalini, distrazioni varie. A tavola si mangia, poi si può tornare a fare quello che si vuole. Aumenterà la comprensione di quanto si è già ingerito e aiuterà il bambino a recepire il messaggio di sazietà che il suo corpo gli manderà.