L’ernia ombelicale è un rigonfiamento, una profusione verso l’esterno di una parte di un qualunque organo contenuto nell’addome. Una piccola parte dell’organo fuoriesce attraverso l’ombelico, trovando le vie brevi verso l’esterno.
In genere non si tratta di un problema che necessita dell’attenzione di un medico e che in genere rientra, da solo, entro il primo anno e mezzo di vita.
Vediamo di capirne di più insieme, dato che la conoscenza è l’unica arma che noi, neo-genitori, abbiamo contro il panico ingiustificato.
L’ernia ombelicale: le cause
Quando parliamo di ernia ombelicale dei neonati, ci riferiamo in genere ad una problematica che non scaturisce da alcuna patologia. C’è solo un difetto nella chiusura dell’ombelico che porta parte dell’addome a protrudere verso l’esterno.
Solo in casi molto rari l’ernia ombelicale è la risultante di gravi patologie, come quelle a carico della sintesi del collagene.
Dolore per il bambino?
L’ernia ombelicale è leggermente dolorosa, con il dolore che si acuisce in concomitanza con starnuti, colpi di tosse o contatto. Non si tratta comunque di un dolore insopportabile per il bambino, che spesso comincerà a farci l’abitudine fino alla scomparsa completa dell’ernia, che in genere non supera mai il 18esimo mese di età.
Bisogna operare?
Senza ombra di dubbio una situazione di ernia ombelicale del neonato deve essere comunicata al pediatra che ha in cura il nostro bambino. Non perché ci siano motivi di allarme eccessivi, ma perché solo gli occhi esperti del medico riusciranno a dare una valutazione completa e accurata del quadro clinico.
Solo in casi estremi e in genere in età adulta si ricorre all’intervento chirurgico, che rarissimamente interessa invece i neonati.
L’ernia viene semplicemente tenuta sotto controllo dal medico, che ne accompagnerà il rientro, se necessario, con terapie a base di farmaci topici. L’intervento chirurgico rimane, almeno per i bambini tra i 3 e i 18 mesi di vita, un’eventualità estremamente rara.