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Famiglia affidataria: che significa?

Quello di famiglia affidataria è un concetto previsto dall’ordinamento giuridico italiano.

L’affidamento è disciplinato dalla Legge n. 149 del 28 marzo 2001. Ma cosa vuol dire esattamente famiglia affidataria?

Lo scopriamo insieme nell’articolo di oggi.

Cosa prevede l’affidamento

L’affidamento è una formula che permette di ospitare temporaneamente un minore presso il proprio domicilio. Si può diventare affidatari se si è una coppia sposata, una coppia di fatto o anche se si è single. La famiglia affidataria presenta importanti differenze rispetto alla famiglia adottiva, il cui concetto è più diffuso e di più immediata comprensione.

La caratteristica principale è la temporaneità: un affido ha una durata prestabilita che non può superare i 2 anni, salvo rari casi decisi dal Tribunale dei Minori. L’altro punto cardine è quello della partecipazione della famiglia di origine del bambino, che rimane presente e informata di tutto il processo.

Il bambino, se ci sono le condizioni, può infatti mantenersi in contatto con i familiari del nucleo di origine e/o incontrarli.

Ruolo della famiglia affidataria

Ma allora, se una famiglia di origine c’è, perché un bambino va in affido? Succede in quelle situazioni in cui, come emerge da verifiche di psicologi e assistenti sociali incaricati, viene accertata la non-idoneità temporanea della famiglia naturale a occuparsi del piccolo. È il caso ad esempio di famiglie disagiate dove si constatano violenza, incuria, degrado, situazioni di alcolismo, tossicodipendenza o altro.

In questi casi il Tribunale dispone che il bambino non possa crescere in maniera sana presso un tale contesto e ne dispone la messa in affido. Se il bambino ha più di 12 anni, anche il suo parere è tenuto in considerazione in quanto lo si considera soggetto ad ascolto.

La famiglia affidataria dunque è quella che presenta spontaneamente domanda di accogliere un minore secondo questa modalità, sapendo dall’inizio che la cosa non sarà definitiva. Periodicamente sono previsti incontri con figure di sostegno e amministrative al fine di verificare il buono svolgimento del periodo di affido per tutte le parti coinvolte.

La gestione del tutto passa per la mediazione per istituti di affido che gestiscono le pratiche e abbinano i bambini bisognosi a potenziali famiglie interessate, di cui andrà verificata l’idoneità. I genitori affidatari dunque non possono definirsi genitori adottivi, in quanto i due concetti sono differenti.

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