La villocentesi viene effettuata per controllare la presenza di eventuali anomalie genetiche del feto. E’ un test invasivo che avviene tramite il prelievo dei villi, delle piccole sporgenze placentari che vengono analizzate successivamente in laboratorio.
Si tratta di una procedura non obbligatoria e non necessaria, anche se molti ginecologi e molte strutture ospedaliere la consigliano soprattutto per i soggetti che sono a rischio maggiore di anomalie genetiche del feto.
Quando effettuare la villocentesi?
Il vantaggio della villocentesi rispetto all’amniocentesi è il momento di intervento. Questo test deve essere effettuato tra la decima e la tredicesima settimana di gravidanza.
Il test non solo può essere effettuato in anticipo rispetto all’amniocentesi, ma restituisce risultati in tempi più brevi.
Le diagnosi effettuabili tramite villocentesi
La villocentesi è utilizzata per la diagnosi di oltre 200 anomalie cromosomiche. Ogni tipo di anomalia può essere facilmente diagnosticata senza ricorrere ad ulteriori test. Tra le più importanti troviamo
- Sindrome di Down
- Fibrosi Cistica
- Distrofia Muscolare di Duchenne
- Deficienza di sulfatasi
- Aneuploidia cromosomica
- Neuropatia ereditaria con paralisi
- Neurofibratosi spinale ereditaria
- Sindrome di Sotos
- Sindrome di Alagille
Rischio di aborto
Nonostante sia una procedura meno invasiva dell’amniocentesi, c’è comunque un rischio di aborto causato da questo tipo di test. Si parla di percentuali tra lo 0.5% e l’1%, ed è per questo motivo che in genere il test viene riservato a quei soggetti che sono a rischio.
Chi deve farla?
Non tutte le puerpere dovrebbero sottoporsi a villocentesi. Se fai parte di una delle categorie che troverai tra poco, dovresti pensare di ricorrere al test:
- Sei una donna di età superiore ai 35 anni
- Le ecografie mostrano uno spessore aumentato della translucenza nucale
- Un precedente bambino da te partorito è affetto da una anomalia cromosomica
- Tu o il papà del bambino siete portatori di anomalie cromosomiche
In tutti gli altri casi il test andrebbe evitato, in quanto genera rischi, per quanto minimi, di aborto o infezione della placenta.
Risultato positivo e interruzione di gravidanza
In caso di risultato positivo ad una delle anomalie che la villocentesi è in grado di individuare, la coppia potrà decidere autonomamente di interrompere la gravidanza.
La villocentesi permette interruzioni di gravidanza in anticipo rispetto agli altri test, limitando i danni fisici e psichici sopportati dalla coppia.
Quanto costa? E come farla?
I soggetti a rischio hanno diritto al test gratuito, effettuato in una delle strutture convenzionate dal Sistema Sanitario Nazionale. Durante i regolari controlli sarà il ginecologo ad indicarvi se è il caso di procedere al test.
Utile per la ricerca della paternità
Nel caso di paternità dubbia, la villocentesi può essere utilizzata anche per stabilire con certezza la paternità del feto. Si tratta comunque di una procedura a rischio, che andrebbe evitata per quanto possibile.
I rischi di infezione e aborto sono sì minimi, ma esistono, quindi nel caso in cui non ci sia urgenza di stabilire il genitore naturale del bambino, meglio rimandare i test a momenti meno rischiosi.
Se sono a rischio devo farla per forza?
No, non devi farla per forza, anche se è fortemente consigliata. Molte mamme, per convinzioni etiche o religiose, preferiscono non fare la villocentesi. E’ una decisione che sta a te, anche se i rischi per il feto sono importanti e non andrebbero sottovalutati.