Il recupero di pratiche “naturali”, a prescindere da quanto poi possano essere utili, ha coinvolto anche momenti importantissimi della nostra vita, come appunto il parto. Sono moltissime le donne che si interessano di parto in casa, principalmente per il fatto che questo viene vissuto come estremamente più naturale e dunque meno mediato e medicalizzato di quello che avviene in ospedale.
La tendenza in realtà è nata negli Stati Uniti, ed è arrivata anche in Italia, dove nel passato si sono svolti circa 2000 parti in casa, numero enorme per un paese che, almeno fino a qualche anno fa, era tra quelli con il più alto numero di parti cesarei ingiustificati, a significare che appunto il processo del parto era fortemente nelle mani della medicina e degli ospedali.
È più che giusto chiedersi se sia il caso o meno di prestarsi ad una pratica del genere e se ci siano rischi maggiori a partorire in casa rispetto al parto in ospedale. Vediamo insieme quello (in realtà molto poco) che si sa sulla questione.
Gli unici dati arrivano dall’America
Gli unici dati che si hanno a disposizione per dirimere la questione arrivano dal Control Disease Center di Atlanta, dove vengono riportate le seguenti percentuali per quanto riguarda la mortalità del parto in ospedale, del parto in ospedale con ostetrica e del parto a casa con ostetrica:
- Per quanto riguarda il parto con ostetrica in ospedale siamo a mortalità di 51 bambini ogni 100.000 parti;
- Per quanto riguarda invece il parto con medico in ospedale senza ostetrica specializzata abbiamo 64 bambini deceduti ogni 100.000 parti;
- Infine, per il parto fatto in casa con ostetrica 140 morti ogni 100.000 parti.
Si tratta a conti fatti di quasi il triplo della mortalità per chi ha optato per il parto in casa, tenendo conto del fatto che nella mortalità ospedaliera sono anche inclusi i casi già problematici, che invece sono eliminati a prescindere dal parto in casa.
La forma di parto più pericolosa
Si tratta dunque della forma di parto di gran lunga più pericolosa, anche se il parto dovesse essere guidato da un’ostetrica. Bisognerà sicuramente tenerne conto e discuterne con il proprio ginecologo.