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La paura nei bambini: come gestirla

Lunghe rassicurazioni prima della nanna, coccole prima di un tuffo in piscina, facce buffe davanti ad un insetto. Quante volte sarà capitato a tutti i genitori di dover ricorrere a pazienza e creatività per calmare le paure di propri figli.

La paura è un sentimento del tutto normale, è la risposta ad una situazione di pericolo che ha permesso alla specie umana di sopravvivere. Il suo innesco fornisce la motivazione necessaria per far si che le energie si attivino.

Esistono anche delle chiare connotazioni fisiologiche: battiti cardiaci aumentati, con relativo aumento della pressione sanguigna, pupille dilatate, intensa sudorazione, aumento dell’attenzione e della velocità.

Tanti tipi di paura

La paura è un‘emozione primaria, cioè innata nel bambino (allo stesso modo degli adulti!), per esempio la paura di forti e improvvisi rumori, ma esistono anche paure legate allo sviluppo e alla socialità, come il timore dell’estraneo o il distacco dalla mamma.

Alcune paure sono legate alla crescita: esse evolvono e cambiano insieme all’individuo: paura dei pericoli fisici, in età prescolare, paura della bruttezza e dei difetti fisici, tipiche dell’adolescenza.

Un discorso a parte meritano le paure subentrate in seguito a traumi subiti, o vissuti, lutti, malattie, incidenti; esse vanno gestite in modo mirato.

La cosa interessante è che la maggior parte delle volte la nascita di una nuova paura determina il superamento di altre; così l’adolescente sentirà nascere dentro di se la paura di arrossire in pubblico, ma avrà abbandonato quella dei mostri.

E’ una vera e propria forma di crescita, portata avanti in modo autonomo.

Come aiutare i piccoli a gestire la rabbia

Spesso accade che si tenti di rassicurare i piccoli minimizzando ciò che li spaventa, ridicolizzando la loro paura. Questo non solo non migliora il loro stato, ma crea frustrazione e insicurezza.

Lasciare che i bambini raccontino cosa li spaventa, e che significato hanno quelle “cose” per loro. Mettersi in ascolto in modo empatico e con rispetto per ciò che sentono e che stanno tentando di farci comprendere.

La spiegazione razionale può essere utile, ma abbandonando la nostra visione della cosa e abbracciando il loro punto di vista.

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