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Pandemia Covid: i bimbi hanno sviluppato problemi di attenzione?

Sebbene ormai sia chiaro che il virus del Covid-19 non colpisca i bambini con la stessa gravità con la quale colpisce gli adulti, anche i più piccoli subiscono profondamente la situazione pandemica.

Parliamo di bambini in età prescolare e scolare, i quali da più di un anno vivono la profonda incertezza di un presente sballato e di un futuro non definito.

Vediamo che impatto ha tutto questo, in particolare, sulla loro capacità di apprendimento e di attenzione.

Pandemia e attenzione dei bambini

Sono sempre più numerosi i rapporti di pediatri e psicologi dell’età evolutiva che sottolineano i cambiamenti su più fronti del comportamento infantile, causa Covid. Routine sregolate e l’eccessivo stare in casa hanno privato i bambini dei loro usuali riferimenti esperienziali, con conseguente smarrimento e stato di allerta.

Una maggiore tensione che si riflette sulla soglia di attenzione. Come mai? Se una parte del cervello è occupata ad elaborare lo stress e a rimanere in condizione di perpetua vigilanza, è meno disponibile a raccogliere stimoli esterni rispetto a prima.

Parte dei problemi legati all’attenzione scolastica poi è intrinseca nel fare lezione da casa (DAD). L’assenza di un ambiente consono alla concentrazione, la difficoltà di alcuni genitori nel favorire la preparazione alla lezione (magari seguita in pigiama, con fratellini più piccoli schiamazzanti o animali domestici che distraggono) ha ridotto di molto la motivazione dei piccoli.

Motivazione e relazioni

Il ruolo della motivazione in qualunque esperienza da compiere è notoriamente di primaria importanza nel consolidamento dell’esperienza stessa. È diventato ancora più difficile perciò per i bambini trattenere le informazioni.

Gli stessi dispositivi elettronici, ai quali i piccoli nativi digitali erano già abituati, sono fonte ancora maggiore di distrazione e una scusa per non concentrarsi.

Le minori possibilità di interazione tra loro hanno privato i bimbi di occasioni di socializzazione e relazione, ritardando il loro sviluppo psico-sociale. Anche questo, a detta di molti genitori, ha reso i bambini meno ricettivi di prima, talvolta addirittura spenti.

Tuttavia occorre cautela. Non bisogna confondere una diminuzione della soglia di attenzione dovuta a oggettive condizioni indotte dall’esterno, come il Covid, con un disturbo vero e proprio e indipendente, quale l’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività). Nei bambini che già ne erano affetti, tendenzialmente, sono stati riscontrati meno peggioramenti durante la pandemia.

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