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Pannolini: come sono cambiati negli anni

Appena nasce un bambino la prima cosa importante a cui si pensa è comprare il pannolino. Immaginare un mondo senza sarebbe impossibile! Eppure, in passato, ci si adattava con ogni strumento.

Fin dall’inizio dei tempi il problema era come coprire un neonato per impedire che sporcasse ovunque. Nelle antiche culture si utilizzavano pelli animali imbottite di erbe e muschio, soprattutto nelle popolazioni più fredde. Invece, nelle zone calde, i piccoli si lasciavano nudi.

Nel Medioevo si ricorreva a strisce di lino (ecco il motivo del nome panno-lino) avvolte intorno al bacino del neonato e poi fermate con una spilla da balia. Successivamente questo materiale venne sostituito dal cotone che sembrava avere più assorbenza, ma non bastava.

Pannolino usa e getta

Negli anni della Seconda Guerra Mondiale ci fu un importante cambiamento grazie a Marion Donovan, una casalinga statunitense che inventò una copertura impermeabile per pannolini lavabili creata con la tenda di plastica per la doccia. Questo materiale, però, non era adatto poiché creava eritemi alla pelle dei piccoli.

È nel 1961 che nasce il primo vero pannolino usa e getta. Tutto grazie a Victor Mills, un ingegnere chimico americano fondatore della Pampers. Inizialmente veniva chiuso ancora con la spilla da balia. Quando quest’ultima, ritenuta pericolosa per i neonati, venne sostituita dal nastro adesivo, ci fu il vero e proprio boom dei Pampers.

Soluzioni “green”

Negli ultimi anni si sono diffuse soluzioni “green” per gli ecologisti con all’interno sostanze come l’aloe vera che risulta antiallergica alla pelle. Si parla di pannolini biodegradabili o addirittura lavabili. Quasi un ritorno al passato. Ma per alcuni i costi sono abbastanza elevati.

I pannolini biodegradabili sono composti con materiali ricavati dagli zuccheri degli amidi vegetali, come il mais. Sono inodore, non hanno cloro o sbiancanti ottici e i disegni esterni sono fatti con inchiostri naturali come la soia. Permettono alla cute di traspirare meglio, quindi sono ottimi per pelli particolarmente sensibili.

I pannolini lavabili, invece, sono i migliori riguardo l’ecologia e la comodità. Diminuiscono dermatiti e arrossamenti e permettono uno spannolinamento più veloce e semplice. L’unico svantaggio è che bisogna avere molta pazienza a causa di un lavaggio frequente e aspettare che si asciughino, ma il risparmio è notevole.

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