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Parlare al neonato è importante: ecco perchè

I primi mesi di vita del bambino sono importantissimi per un buono sviluppo iniziale delle sue capacità cognitive, espressive ed interattive.

Anche se non ce ne rendiamo conto fino in fondo, perché il piccolo dorme, ci guarda o al massimo emette qualche versetto incongruo, il suo cervello è una spugna efficientissima sempre occupata a creare un gran numero di nuove connessioni neurali.

Ecco perché parlargli lo stimola ulteriormente. Vediamo come.

Perché parlare al bambino appena nato

Innanzitutto c’è la questione fondamentale del linguaggio. Il linguaggio passivo (l’ascolto) si sviluppa sempre molto prima di quello attivo (l’espressione). Perciò è essenziale che il neonato venga inserito in un contesto dove circolano parole a cui può associare dei significati.

Parlargli, mostrargli cose o fargli domande, gli instilla consapevolezza di essere anche lui un interlocutore. Osservando e ascoltando, imparerà che producendo un certo suono (quando ne sarà capace) otterrà un determinato esito. Riconoscerà, cioè, che si tratta di una forma di comunicazione.

Così saprà che esistono alternative al pianto, l’unico modo iniziale per formulare ogni sua richiesta. Questo lo motiverà anche nella fase della cosiddetta lallazione (in cui il bimbo incomincia a esercitare l’apparato fonatorio, in anticipazione delle prime parole compiute). Parlargli nei primi mesi pone anche le basi affinché egli riconosca i suoni della lingua madre in uso.

Neuroni, amore ed empatia

Un altro aspetto essenziale nello sviluppo del neonato è il seguente. Anche se egli in principio non comprende quel che gli viene detto, basta il tono di voce a cui gli si rivolge a veicolare amore e senso di attenzione.

Il bambino capisce bene quali persone si prendono cura di lui e, parlargli con tono affettuoso, fa sì che si attivino i suoi neuroni specchio.

Si tratta di quelle particolari cellule cerebrali responsabili dell’emulazione del comportamento e dell’empatia: nel fare esperienza di un comportamento, il soggetto si sintonizza su uno stato d’animo simile a quello a cui sta assistendo (recenti scoperte hanno determinato che funziona persino con i personaggi di film e libri, non solo dal vivo).

Fare discorsetti amorevoli al piccolo, dunque, è un ottimo modo per disporlo al meglio verso di noi e incoraggiarlo a voler partecipare più attivamente alle situazioni trovando le sue prime parole.

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