Il parto gemellare amplifica le paure del parto, dato che i neonati saranno due. Il problema più ricorrente è decidere se sia meglio partorire naturalmente o con parto cesareo.
E’ luogo comune associare il parto gemellare con quello cesareo, ma non è affatto così.
Se ci sono le condizioni giuste, partorire naturalmente è sempre la strada migliore anche quando si tratta di gravidanza gemellare. Le circostanze che determinano le modalità del parto sono le stesse di un parto di un solo feto anche se qualche rischio in più è da considerare.
Vediamo quali sono le cause che inducono un ginecologo a decidere di eseguire un parto cesareo e non far partorire spontaneamente la futura mamma di due gemelli.
La placenta
Se i due bambini sono nella stessa placenta, il parto naturale diventa molto rischioso perché, dopo l’uscita del primo, potrebbe esserci un distacco della stessa con conseguenze gravissime sul secondo bambino.
Questa è una condizione di cui si conosce l’esistenza già da molto tempo prima del parto e, per questo motivo, il ginecologo decide, con molto anticipo, di programmare una data presunta per poter effettuare l’intervento.
La posizione dei bambini
Si decide di ricorrere ad un taglio cesareo quando entrambi i bambini sono in posizione podalica o di traverso. Questo renderebbe il parto realmente rischioso e ricorrere all’intervento è decisamente indicato.
Quando invece è solo uno dei bambini ad essere in posizione podalica, alcuni medici decidono di far partorire la donna in modo spontaneo poichè il primo bambino che esce è quello in posizione corretta e apre la strada al secondo che, con l’aiuto di un’ostetrica, potrà assumere la posizione corretta per uscire.
Il peso
Il peso dei bambini è determinante per decidere in che modo procedere.
Con un ritardo della crescita la scelta di adottare il parto cesareo come unica soluzione è sempre più probabile per non mettere troppo a rischio il nascituro sottopeso.
Anche il peso della madre è determinante. Una donna sottopeso non sarà in grado di collaborare con l’ostetrica al momento dell’espulsione dei bambini.