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Parto Prematuro: sintomi, conseguenze ed evoluzioni

parto prematuroPer parlare di parto prematuro, dobbiamo trovarci in una condizione in cui questo avviene prima della 37^ settimana.

Si tratta di un’evenienza piuttosto frequente, che colpisce in Italia circa il 4% dei parti naturali e che è motivo di allarme per gli operatori sanitari, sia perché è estremamente difficile da anticipare, sia perché in genere foriero di problemi che possono essere difficili, se non impossibili da risolvere.

Tre tipi di parto prematuro

In medicina e in ostetricia si differiscono in genere tre diversi tipi di parto prematuro:

  • Si parla di parto prematuro estremo quando il parto avviene prima della venticinquesima settimana.
  • Si parla invece di parto prematuro grave, quando avviene tra la venticinquesima e la trentatreesima settimana.
  • Si parla di parto prematuro tardivo quando invece questo avviene tra la settimana 34 e la settimana 37.

Quali sono le cause?

Non ci sono cause specifiche che in genere portano ad un parto prematuro, ma esistono comunque fattori di rischio che vanno tenuti in considerazione:

  • Parto prematuro pregresso, nella precedente gravidanza;
  • Gravidanza gemellare, che sembrerebbe avere tassi di parto prematuro più alti;
  • Gravidanza precedente molto vicina a quella che si sta vivendo, con massimo sei mesi tra le due;
  • Fecondazione artificiale;
  • Fumo;
  • Abuso di alcolici;
  • Abuso di stimolanti, legali e non;
  • Problemi di malnutrizione, con carenze sia a livello calorico che vitaminico;
  • Infezioni della placenta, del liquido amniotico, oppure del canale vaginale.

Cosa comporta il parto prematuro?

Esistono dei tratti tipici che colpiscono tutti i nati prematuri:

  • Dimensioni e peso sotto la media, ma testa comunque piuttosto grande (almeno in proporzione con il corpo);
  • Tratti del viso piuttosto spigolosi;
  • Lanugine su tutto il corpo;
  • Pressione sanguigna bassa;
  • Problemi di carattere respiratorio;
  • Problemi dei riflessi neonati, ovvero suzione e deglutizione. Il bambino ha, dunque, anche problemi ad alimentarsi.

Ci sono cure?

Dipende dal caso, nel senso che i parti prematuri gravi lasciano, purtroppo, spesso senza alcun tipo di speranza il feto. Nei casi di parti tra la 34esima e la 37esima settimana, si può sicuramente mettere insieme una terapia di supporto, che provi a far rientrare il problema e permetta, al tempo stesso, al nostro bimbo di recuperare il terreno perduto.

In primis si può ricorrere all’utilizzo di un’incubatrice. Si tratta di un macchinario specifico, che permette al bambino di ricevere l’ossigenazione di cui ha bisogno, di riposare nella temperatura che è consona e di tenere sotto controllo tutti i parametri biometrici.

Si tratta dunque di un macchinario che è teso a ristabilire le condizioni, per quando possibili vicine, che erano presenti nell’utero per permettere al bambino di continuare lo sviluppo intra-uterino anche al di fuori del corpo della mamma.

Luce fluorescente contro l’ittero

Nel caso in cui fosse presente anche ittero, si procede in genere con l’esposizione alla luce di determinate luci fluorescenti, che sono in grado di rompere la bilirubina che può essere presente nel sangue. L’esposizione è praticamente obbligatoria per i nati prematuri, che sviluppano sempre e comunque ittero.

In caso di anemia

Nel caso in cui fosse presente anche anemia, si procede anche con una trasfusione di sangue tesa a ristabilire i livelli necessari di globuli rossi nel sangue.

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