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Raschiamento dell’Utero dopo Aborto: cos’è? Fa male?

raschiamentoIl raschiamento è un intervento teso a rimuovere i residui di un aborto interno. Si fa in sedazione profonda e viene portato a termine nel giro di pochissimi minuti. Si tratta di un intervento di day hospital, che non richiede alcun tipo di ricovero.

Che cos’è il raschiamento?

Il raschiamento, che più propriamente si dovrebbe chiamare “svuotamento della cavità uterina”, è una procedura successiva all’aborto interno, che è teso alla rimozione del materiale biologico che sarebbe rimasto all’interno dell’utero.

Nel caso in cui non si supera la 9–10^ settimana, in genere l’aspirazione avviene con una particolare cannula che, creando il vuoto, riesce ad aspirare facilmente il materiale residuo.

Nel caso di gravidanze più avanti con la gestazione, vengono prima somministrate prostaglandine a livello vaginale, aiutando a dilatare il canale cervicale, e poi, stimolando le contrazioni, si cerca di raggiungere un’espulsione naturale del feto ormai privo di vita.

Le perdite dopo il raschiamento

Dopo il raschiamento è lecito aspettarsi macchie e perdite per circa 7–10 giorni successivamente all’intervento. Si tratta di una reazione più che normale.

Non deve destare, per intenderci, alcun tipo di preoccupazione.

Fa male il raschiamento?

Il raschiamento viene effettuato in regime di sedazione profonda, motivo per il quale non si avverte alcun tipo di dolore durante l’operazione. Si tratta di un intervento che dura pochi minuti e che in genere non causa dolori di alcun tipo.

Dopo l’intervento, a parte qualche fastidio durante la prima settimana e qualche perdita ematica che ricorda i primi giorni di mestruazione, non ci sono altri tipi di complicazioni associabili al raschiamento, che rimane una procedura necessaria al fine di garantire un futuro di salute alla gestante che ha appena dovuto subire un aborto.

Le alternative

Nel caso in cui ci si trovi nelle prime settimane della gestazione, è possibile che il medico provi a far aspettare qualche giorno, nell’attesa e nella speranza che l’espulsione avvenga naturalmente.

Spesso però non è questo il caso e diventa necessario intervenire chirurgicamente per l’asportazione del feto.

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