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Giochi interattivi aiutano davvero con la lingua inglese?

Giocare è bello, imparare una lingua lo è altrettanto,e allora perché non unire le due cose e iniziare fin da piccoli a giocare imparando una lingua diversa? Vediamo subito come fare e se il metodo funziona davvero.

Giochi interattivi e insegnamento della lingua inglese

Il cervello umano, soprattutto nei primi anni di crescita, è come una spugna, assorbe qualsiasi informazione. Mettere a disposizione strumenti ad un bimbo per imparare una nuova lingua è sicuramente un’azione che può facilitare l’apprendimento della stessa in modo più semplice.

Imparare l’inglese giocando è un ottimo modo per far divertire il proprio bimbo e, contemporaneamente, insegnarli una lingua diversa dalla nostra.

In commercio e su internet siamo bombardati da giochi interattivi che promettono l’insegnamento della lingua inglese in modo divertente e intuitivo.

Uno dei limiti della maggior parte di questi giochi è il fatto che l’attività proposta è bilingue e questo va a cozzare con il principio base dell’apprendimento di una lingua straniera: l’assenza di traduzione.

La lingua si impara per esperienza diretta, legata ad una mimica o all’intonazione. La traduzione semplifica di tanto questa esperienza e ne abbiamo la prova con l’approssimata padronanza delle lingue apprese solo a scuola.

Un altro limite di questi giochi interattivi spesso è la mancanza di narrazione. Il cervello, infatti, memorizza attraverso storie collegate non attraverso categorie ben definite e a compartimenti stagni.

La memorizzazione di sole parole non dà il giusto senso di padronanza per la formulazione delle frasi.

Abbiamo bisogno di giochi interattivi per l’apprendimento delle lingue?

Dopo l’elenco dei due principali limiti dei giochi interattivi per imparare le lingue la risposta a questa domanda è no.

Possiamo semplicemente utilizzare i giochi che abbiamo sempre usato per i nostri bambini però nella lingua che vogliamo far loro imparare creando delle storie collegate tra loro.

Anche i semplici cubi colorati, per esempio, possono essere di aiuto in quanto sono perfetti per memorizzare oggetti in lingua straniera e utili anche per costruire storie fantasiose nelle quali il bambino può formare una mappa mentale da memorizzare.

La promessa secondo cui giocando si impara l’inglese è una promessa a metà. Il gioco in sè aiuta solo se si può interagire in una lingua comune. Quindi sì ai giochi interattivi, ma partendo dal presupposto che questi diventano utili quando si acquisisce una certa padronanza della lingua.

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